TELEX - LOOKING FOR ST. TROPEZ

Tra i Kraftwerk e Giorgo Moroder, tra l'elettronica e la disco music, tra Francia e Germania, i Telex sono un gruppo di ambivalenze, di insieme di elementi, a iniziare dalla loro provenienza, il Belgio, paese non molto conosciuto per i prodotti musicali, oscurati sia dal prodotto francese, sia da quello tedesco, sia da quello internazionale. Fondato da Michael Moers, Dan Lacksman e il più famoso Marc Moulin (tastierista e pianista jazz, collaborerà anche la Blue Note francese e scomparso nel 2006), ha preso vita tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, pubblicando il primo album, Looking for Saint Tropez, datato 1980. Il risultato, almeno quello iniziale, è appunto una musica equidistante dall'arte sintetizzata dei Kraftwerk, ma anche dai ritmi decisamente facili di Moroder, prendendo anche vecchi successi (Rock around the clock, Twist a St Tropez. Ca plane pour moi) per rivestirli di una patina plastificata e robotica, con ampio uso del vocoder e di campionamenti. Con una tendenza più vicina comunque alle prime produzioni di Moroder (specie From here to eternity), la musica elettronica perde molto della sua capacità di sperimentare per aprisi al grande pubblico, con ritmi decisamente ballabili, utilizzo di melodie che hanno spaccato classifiche in passato, qualche divertimento. Esempio lampante è uno dei principali successi dei Telex: l'ironica Moskow Diskow, che se da un lato manda un segnale per il futuro capolavoro firmato Kraftwerk, alias Music non stop, dall'altro costruisce una musica decisamente semplice. Richiami al synth pop con Pakmovast e Twist a St. Tropez (versione dissacrante del successo francese), episodi più costruiti come Ave fifi e Something to say, fanno un album semplice ma non banale, ammiccante ma non ruffiano. Il capolavoro resta in ogni caso la nuova versione di Rock around the clock, in questa trasformazione di quel classico del rock'n'roll infatti lasciamo per strada le caratteristiche principali, per mantenere la musica e i testi ridotti all'osso, per poi venire filtrati e prodotti in serie, in un'industria di suoni artificiali e sintetici. Looking for St. Tropez non è un capolavoro, ma un buon album fin troppo spesso dimenticato nel panorama elettronico e new wave.